mercoledì 29 febbraio 2012

Emicrania


Il principio si rese esplicito solo dopo che l’emicrania lancinante si attenuò, lasciando un vago indolenzimento su tutta l’arcata superiore dei denti, più intensa a dirla tutta presso le articolazioni mascellari che presso gli incisivi, sui quali quasi non si avvertiva. Prima di sentirsi gratificato dal poter continuare senza intoppi, si mise a pensare al dolore, cosa che non era solito fare a quel modo: lo assunse a oggetto di analisi, per prima cosa ne sperimentava la percezione. Essa doveva essere descritta, il modo migliore che trovò di farlo fu quello di accostarla ad una immagine vicina, che per analogia avrebbe certamente prodotto una sensazione di riconoscimento. Fu per tale proposito probabilmente che si scoprì ad immaginare una corda che veniva tesa fino a cedere, credette attraverso di essa di aver trovato la soluzione, ergo il dolore era come quello che avrebbe provato una corda tesa fin alla rottura, senonché egli non conosceva affatto quale fosse la sensazione di una corda tesa fino alla rottura, ma era certo che i suoi denti dovevano assomigliarle più di quanto l’aspetto esterno potesse mostrare. Qualcuno dovette fargli notare che non era poi così bizzarra quell’immagine, né estranea a quello che in effetti succedeva all’interno della sua bocca. Costui dicendolo dondolava di tanto in tanto la testa e non riusciva a non proferire parola senza storcere altrettanto alternatamente il labbro inferiore come in una smorfia. Doveva essere questi soggetto a quelle strane forme di tic che fanno dell’espressività del volto umano tanto utile alla comunicazione il loro proprio circo, un palcoscenico di marionette, un teatro di saltimbanchi. Questo certo non servì a giustificare l’improvvisa risata che a quelle parole, così sensibili agli altrui crucci, rovinò dal volto contratto di chi come lui non avrebbe trovato inoltre altro sollievo al terribile dolor di denti. Eccolo due volte colpevole, per l’indiscrezione incontrollata dei suoi modi e per l’ingratitudine egoista della sua condotta morale. Come poteva un uomo all'apparenza così cauto e riflessivo avere esplosioni di tale puerile indelicatezza era una delle ennesime domande che dal di fuori, pur conoscendo attentamente i risvolti dei fatti, lei si sarebbe posta se ciò non l'avesse messa dinnanzi all'evidenza della sua posizione:  il principio della loro storia, senza molti scrupoli verso se stessa, la vedeva compartecipe e miope abbandonarsi e non solo. Dovette accogliere le circostanze come fatali infine e ciò in effetti le faceva di gran lunga comodo, poiché per l'appunto lei oramai era già compromessa: legata da altro che affetto a colui che non solo con quei modi aveva mostrato una immaturità di sentimenti troppo palese, secondo le sue solite linee di giudizio, già da molto tempo, ma che anche le risultava, qualora gentile e amorevole, insopportabilmente sano.
All’interno della arcata superiore mascellare, presso il tessuto molle in cui i denti sono incastonati, si trovano i nervi preposti alla contrazione e al rilasciamento dell’intera struttura, essi sono come corde elastiche e accumulano tensioni che potrebbero portare a produrre dolore...”. La serietà delle parole e la precisione della spiegazione non produssero l’effetto desiderato, ossia che il soprassedere alla mancanza di rispetto con decorosa noncuranza educasse il cialtrone inspirandogli imbarazzo prima e consapevolezza della complessità dei ruoli rispetto alle proprie azioni, tutto all’opposto egli cominciò a sobbalzare quasi singhiozzando, barcollando come se non mancasse altro per le grosse risate miste a lacrimoni. Di lì a poco lui tentò malamente di consolidare quella complicità che credeva senza dubbio essere presente in quello scambio, così umoristico ai suoi occhi, del resto da sempre piluccava piacevolmente come fossero gustosi acini i lancinanti cinismi di lei, totalmente ignorante e vago delle freddure se ne stava in quell'aria glaciale come a un banchetto: illanguidito e supino. Con tal animo le si accostò mostrando uno sguardo a un tempo avido e grondante, profondamente convinto fino al corpo della compiaciuta debolezza di lei nei suoi confronti, le sfiorò conseguentemente con le labbra inumidite la peluria bionda dietro la nuca, che immediatamente si drizzò di stizza facendo da contorno all'irrigidimento di lei. Ma non profferì parola, piuttosto sollevò imbarazzata gli occhi sul viso ancora contratto dell'altro, aveva la sensazione che fosse offeso o in qualche modo si sentisse colpevole, forse a causa della propria severità essendo lui più acuto, questo la immalinconì e fu gradevole perché la malinconia stranamente piuttosto che isolarla la faceva sentire più vicina a quell'uomo crucciato e anche per questo nient'affatto sconosciuto.
L'emicrania tornò immancabilmente, come tutte le volte che prendeva l'incauta decisione di concentrarsi su un qualche contingente argomento subito dopo l'incerto sentore di sollievo e liberazione dalla prigionia cerebrale, forse un inciampo della memoria breve che non gli rendesse palese il bisogno di distensione, un incaponirsi. Come se non bastasse, quei due: il bizzarro uomo che aveva dimostrato allegramente cortesia nell'interessarsi ai suoi vaneggiamenti ad alta voce e quella donna saccente che come estrapolando dal cilindro un bel refertino aveva tentato di umiliarlo pronunciando quella frase di così stridula sprezzante ironia, non la smettevano di rumoreggiare, lì nella sala d'aspetto, tubando con i loro beccucci di coppietta. Chiuse le palpebre, poggiò nella sedia alla sua destra il quaderno dei calcoli che aveva portato con sé e sospirò pensando a quell'idea, così martellante di emicrania, che lo angosciava: sapeva che senza l'opera risolutrice delle medicine non sarebbe riuscito a portare a termine il progetto e benché poco alla volta i principi delle operazioni saltassero fuori, avevano le sembianze di folli pupazzi atti a stordirlo, portandosi dietro la beffa e un pesante fardello di cefalee... (forse continua)

giovedì 23 febbraio 2012

Appendice omaggio didascalica a: Parole sgorgate in una casa d'abruzzo




P.S. Avrei commentato così, ma non conoscendo il modo di inserire video nei commenti ho creato un altro post.

martedì 21 febbraio 2012

Parole sgorgate in una casa d'abruzzo

Scoppietta. In maniera difformemente disordinata, con uno scoppio improvviso, caldo. Ha un sapore che non tocca la lingua, non tocca la pelle ma entra sottilmente e sa di una naturalità antica. E' popolarmente banale parlare di autenticità ma il pensiero si posa là, in un gesto ripetuto da millenni come quello di accendere il fuoco di un camino. Il calore che dà tende al generale ma rimane particolare, bisogna trovare la giusta distanza per goderne in abbondanza. E fuori i monti coronano il mare e sembra che questa terra dove tutto l'anno i panni volano sui fili e lasciano che la pelle si nutra di quel vento che soffia pressochè costantemente sembri più vera. Benchè le strade siano d'asfalto e i muri di cemento gli elementi stanno qui a ricordare l'autenticità. L'apparenza di uno sfarzoso sfoggio guida la lingua profonda di un apparato ornamentale ma le viscere presenziano sotto i colori forti. E la vastità dell'orizzonte si spande a rammentarti che non c'è confine tra il cielo e il mare, che le profondità sono fatte d'azzurro e di rosa, che il vento soffia ma le pietre restano. Il fuoco soffia e viene soffiato, le braci restano più a lungo e il calore donato resta, sottopelle, vivo.

sabato 18 febbraio 2012

Più satura che xenia

Tv

C'è una lieve ironia
tra l'arca e il divano,
Noé doveva averne uno.


P.s. dedicata un poco anche a Sanremo...

lunedì 13 febbraio 2012

Arcadia crepuscolare

Il Bugigattolo è un bel bugiocattolo,
una bugifrottola, un bugicànele
un bugicannelle, una buginoce
moscata che hai tutta ben cucinata.

Il Bugigattolo balla anche un po':
fa il boogie boogie e sa il charlestòn
Scrive, dipinge, commenta a alta voce
la bugigiornata appena passata.

Il Bugigattolo è un bugigomitolo:
sfila e rifila finché un bel dì
vestiti e maglioni, guanti e presine

esploderanno oltre queste terzine.
Il Bugigattolo inizia così:
la palla salta più in su. Divertiamoci.