Il
principio si rese esplicito solo dopo che l’emicrania lancinante si
attenuò, lasciando un vago indolenzimento su tutta l’arcata
superiore dei denti, più intensa a dirla tutta presso le
articolazioni mascellari che presso gli incisivi, sui quali quasi non
si avvertiva. Prima di sentirsi gratificato dal poter continuare
senza intoppi, si mise a pensare al dolore, cosa che non era solito
fare a quel modo: lo assunse a oggetto di analisi, per prima cosa ne
sperimentava la percezione. Essa doveva essere descritta, il modo
migliore che trovò di farlo fu quello di accostarla ad una immagine
vicina, che per analogia avrebbe certamente prodotto una sensazione
di riconoscimento. Fu per tale proposito probabilmente che si scoprì
ad immaginare una corda che veniva tesa fino a cedere, credette
attraverso di essa di aver trovato la soluzione, ergo il dolore era
come quello che avrebbe provato una corda tesa fin alla rottura, senonché egli non conosceva affatto quale fosse la sensazione di una
corda tesa fino alla rottura, ma era certo che i suoi denti dovevano
assomigliarle più di quanto l’aspetto esterno potesse mostrare.
Qualcuno dovette fargli notare che non era poi così bizzarra
quell’immagine, né estranea a quello che in effetti succedeva
all’interno della sua bocca. Costui dicendolo dondolava di tanto in
tanto la testa e non riusciva a non proferire parola senza storcere
altrettanto alternatamente il labbro inferiore come in una smorfia. Doveva essere questi soggetto a quelle strane forme di tic che fanno
dell’espressività del volto umano tanto utile alla comunicazione
il loro proprio circo, un palcoscenico di marionette, un teatro di
saltimbanchi. Questo certo non servì a giustificare l’improvvisa
risata che a quelle parole, così sensibili agli altrui crucci,
rovinò dal volto contratto di chi come lui non avrebbe trovato
inoltre altro sollievo al terribile dolor di denti. Eccolo due volte
colpevole, per l’indiscrezione incontrollata dei suoi modi e per
l’ingratitudine egoista della sua condotta morale. Come poteva un
uomo all'apparenza così cauto e riflessivo avere esplosioni di tale
puerile indelicatezza era una delle ennesime domande che dal di
fuori, pur conoscendo attentamente i risvolti dei fatti, lei si
sarebbe posta se ciò non l'avesse messa dinnanzi all'evidenza della sua posizione: il principio della loro storia, senza molti scrupoli verso se stessa,
la vedeva compartecipe e miope abbandonarsi e non solo. Dovette accogliere le circostanze come fatali infine e ciò in effetti le faceva di gran
lunga comodo, poiché per l'appunto lei oramai era già compromessa:
legata da altro che affetto a colui che non solo con quei modi aveva
mostrato una immaturità di sentimenti troppo palese, secondo le sue
solite linee di giudizio, già da molto tempo, ma che anche le
risultava, qualora gentile e amorevole, insopportabilmente sano.
“All’interno
della arcata superiore mascellare, presso il tessuto molle in cui i
denti sono incastonati, si trovano i nervi preposti alla contrazione
e al rilasciamento dell’intera struttura, essi sono come corde
elastiche e accumulano tensioni che potrebbero portare a produrre
dolore...”. La serietà delle parole e la precisione della
spiegazione non produssero l’effetto desiderato, ossia che il
soprassedere alla mancanza di rispetto con decorosa noncuranza
educasse il cialtrone inspirandogli imbarazzo prima e consapevolezza
della complessità dei ruoli rispetto alle proprie azioni, tutto
all’opposto egli cominciò a sobbalzare quasi singhiozzando,
barcollando come se non mancasse altro per le grosse risate miste a
lacrimoni. Di lì a poco lui tentò malamente di consolidare quella
complicità che credeva senza dubbio essere presente in quello
scambio, così umoristico ai suoi occhi, del resto da sempre
piluccava piacevolmente come fossero gustosi acini i lancinanti
cinismi di lei, totalmente ignorante e vago delle freddure se ne
stava in quell'aria glaciale come a un banchetto: illanguidito e
supino. Con tal animo le si accostò mostrando uno sguardo a un tempo
avido e grondante, profondamente convinto fino al corpo della compiaciuta debolezza di lei nei suoi confronti, le sfiorò conseguentemente con le labbra inumidite la peluria
bionda dietro la nuca, che immediatamente si drizzò di stizza
facendo da contorno all'irrigidimento di lei. Ma non profferì
parola, piuttosto sollevò imbarazzata gli occhi sul viso ancora
contratto dell'altro, aveva la sensazione che fosse offeso o in
qualche modo si sentisse colpevole, forse a causa della propria
severità essendo lui più acuto, questo la immalinconì e fu
gradevole perché la malinconia stranamente piuttosto che isolarla la
faceva sentire più vicina a quell'uomo crucciato e anche per questo nient'affatto sconosciuto.
L'emicrania
tornò immancabilmente, come tutte le volte che prendeva l'incauta
decisione di concentrarsi su un qualche contingente argomento subito
dopo l'incerto sentore di sollievo e liberazione dalla prigionia
cerebrale, forse un inciampo della memoria breve che non gli
rendesse palese il bisogno di distensione, un incaponirsi. Come se non bastasse, quei
due: il bizzarro uomo che aveva dimostrato allegramente cortesia
nell'interessarsi ai suoi vaneggiamenti ad alta voce e quella donna
saccente che come estrapolando dal cilindro un bel refertino aveva
tentato di umiliarlo pronunciando quella frase di così stridula
sprezzante ironia, non la smettevano di rumoreggiare, lì nella sala
d'aspetto, tubando con i loro beccucci di coppietta. Chiuse le
palpebre, poggiò nella sedia alla sua destra il quaderno dei calcoli
che aveva portato con sé e sospirò pensando a quell'idea, così
martellante di emicrania, che lo angosciava: sapeva che senza l'opera
risolutrice delle medicine non sarebbe riuscito a portare a termine
il progetto e benché poco alla volta i principi delle operazioni
saltassero fuori, avevano le sembianze di folli pupazzi atti a
stordirlo, portandosi dietro la beffa e un pesante fardello di
cefalee... (forse continua)
Accordi armonici e disarmonici creano una distonante e intonata melodia sperimentale che si apre a spiragli destanti innegabile curiosità...nella speranza che i tasti vengano ancora battuti per dare nuovi sviluppi alla flessuosa tensione di un'emicrania creativa!
RispondiEliminaIndirizzato da alcuni suggerimenti privati, ho modificato delle parti, ora dovrebbe risultare, seppur un minimo, tutto più comprensibile, ma non troppo. Buona lettura!
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